Nell'occuparmi della preparazione alle elezioni per scegliere i delegati al prossimo congresso nazionale della FNSI e rinnovare le cariche sociali delle associazioni regionali dei giornalisti (la Lombarda, la Romana, ecc.) ho notato un notevoile disincanto e un altrettanto notevole scetticismo. Tira un vento che nelle acuse per il degrado del contratto nazioneale di lavoro mette tutti nello stesso calderone, non distingue più tra una corrente sindacale e l'altra. Qualcosa di simile avviene per tutti i sindacati italiani, di qualunque categoria e posizione, dalla Cgil alla Cisl. Fenomeno in parte inevitabile, visto che l'enorme modifica della struttura produttiva e del lavoro avvenuta negli ultimi 20 anni non ha ancora trovato adeguati cambiamenti nella strategia e nella struttura dei sindacati. I non garantiti, i non contrattualizzati, i precari, per non dire i lavoratori in nero, di fatto non hanno adeguata tutela sindacale, non è stata ancora conquistate e formata una struttura sindacale per loro, che si espressione della loro esistenza. Insomma, non è solo la vita politica derlla Repubblica italiana a metà del guado, tra una Prima Repubblica che non esiste più e una Seconda o forse ormai una Terza Repubblica che non esistono ancora... E' così anche per i sindacati.
Ciò detto, vorrei ricordare che Senza Bavaglio, a differenza per esempio di Autonomia e Solidarietà, che governa l'Associazione della Stampa di Puglia, NON ha voluto il contratto Aeranti-Corallo e NON ha voluto il contratto Fert. Senza Bavaglio ha voluto e vuole un contratto unico per TUTTI i giornalisti italiani, senza dividerli già in partenza, già a livello di contratto collettivo nazionale, in giornalisti di serie A e giornalisti di serie B e magari anche di serie C.
Fosse anche solo per questo, ecco un buon motivo per sottoscrivere la presentazione alle elezioni di Senza Bavaglio, per candidarsi in Senza Bavaglio e per votarne i candidati.
Pino Nicotri (consigliere generale Inpgi Senza Bavaglio)
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