ARTICOLO 21 DELLA COSTITUZIONE

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sabato 18 settembre 2010

OMICIDIO 84ENNE - IN MANETTE DUE POLIGNANESI

Incastrati da un mozzicone di sigaretta lasciato sul luogo del delitto
 
 Di seguito il comunicato stampa del Comando Provinciale dei Carabinieri


    GLI ARRESTI - Ottavio Mastrochirico, 35 anni, (soprannominato Toto) e sua moglie Sara Viola, 26 anni, entrambi residenti a Polignano sono accusati di essere  i responsabili della morte di Maria Mancini, 84 anni, di Polignano, avvenuta il 7 maggio scorso, nell'abitazione di quest'ultima a seguito di percosse. I due sono stati arrestati questa mattina dai Carabinieri della Compagnia di Monopoli, su ordine di custodia cautelare emesso dal gip del Tribunale di Bari su richiesta della Procura di Bari, con le accuse di violazione di domicilio, tentativo di rapina aggravata e omicidio.

IL RACCONTO - "Nonna" Maria – così come era conosciuta nel borgo antico di Polignano a Mare – abitava in un vicolo stretto. Un basso di sole due stanze dalle quali non voleva assolutamente separarsi pur di fronte alle insistenze del figlio che voleva che andasse a vivere con lui. Ma lei, nonostante l'età, non voleva separarsi da un luogo che raccontava tutta la sua vita. Non voleva separarsi dalle sue cose, anche se umili anche se non preziose, e così aveva accettato di passare solo la notte a casa della nuora e di suo figlio, ma di giorno tornava lì nel suo piccolo basso, nel suo piccolo mondo. Ed era lì anche nella tarda mattinata (poco dopo le 13) di quel venerdì 7 maggio scorso, seduta davanti all'uscio di casa a vedere i bambini  e i ragazzi che tornavano da scuola, a respirare quell'aria che tanto le era familiare e che non la faceva sentire sola. Ed è stato lì, davanti all'uscio di casa, che l'ha aggredita Mastrochirico. La coppia, Mastrochirico e Viola, si sono prima accertati che l'anziana fosse sola e quando hanno visto che stava facendo rientro in casa l'ha spinta all'interno: nonna Maria è stata colta di sorpresa e impaurita, ha traballato ed è caduta. I due coniugi, però, per nulla impietositi da una povera "vecchia" che a terra chiedeva aiuto si sono accaniti sul suo corpo e hanno cominciato a sferrarle pugni e calci in testa e sull'addome, mentre le urlavano di consegnare il denaro che aveva in casa. Le urla della vittima, però, avevano richiamato alcuni vicini e allora la coppia è scappata e ha trovato rifugio nella vicina casa di un amico, di lì hanno potuto osservare l'arrivo dei primi soccorsi e, il giorno dopo, il sopralluogo degli investigatori. La Mancini, infatti, non è deceduta immediatamente ma nelle prime ore del giorno seguente, l'8 maggio, a seguito proprio delle percosse subite durante la rapina.

LE INDAGINI – A inchiodare Mastrochirico è stato un mozzicone di sigaretta trovato nell'abitazione della vittima, che dimostra al di là di ogni ragionevole dubbio che l'uomo era stato nella casa della Mancini. Ma anche le testimonianze dei vicini di casa dell'anziana donna sono state utili per stabilire che all'ora dell'aggressione un uomo "alto, di carnagione olivastra e vestito con una tuta" (descrizione che corrispondente al Mastrochirico) era stato visto con una donna nelle vicinanze della casa della Mancini. I due individuati, pochi giorni dopo, sono già stati  interrogati dai Carabinieri e si erano più volte contraddetti su come avessero passato la giornata del 7 maggio. E' stato nel corso dell'interrogatorio all'uomo che è stato recuperato un mozzicone di sigaretta che il Mastrochirico aveva fumato in caserma e messo a confronto con quello trovato nella casa della vittima. Gli esami del Dna – effettuati dal Ris di Roma - non hanno lasciato dubbi: le sigarette erano state fumate dalla stessa persona.

LE CONSIDERAZIONI DEL PROCURATORE ANTONIO LAUDATI – L'assassinio di Maria Mancini è sicuramente uno delitti più raccapriccianti fra quelli dei quali mi sono dovuto occupare, perché avvenuto con una malvagità unica, per la totale assenza di umana pietà che ha caratterizzato la brutale aggressione che, poi, ha portato alla morte dell'anziana donna. Una violenza inaudita su una donna di 84 anni che riversa per terra chiedeva aiuto ai suoi aguzzini che per tutta risposta la riempivano di calci e pugni fino a provocarle lo spappolamento di organi vitali, oltre che traumi celebrali. Una violenza gratuita, assurda e spropositata visto che, poi, i due non sono riusciti neppure a portare via nulla dalla casa della donna. Riuscire ad assicurare alla giustizia chi si è reso colpevole di un simile delitto è stato per la Procura di Bari e i Carabinieri di Monopoli più di un semplice impegno professionale, è stato un dovere morale verso quegli anziani che abitano le nostre città, i nostri centri storici, e che hanno tutto il diritto di sentirsi al riparo nelle proprie abitazioni. Nonna Maria non siamo riusciti a proteggerla prima, ma aver dato un volto ai suoi assassini è la migliore risposta che in questo momento siamo riusciti a dare alla sua famiglia che, in questi mesi, non ha mai cercato vendetta ma Giustizia.



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