ARTICOLO 21 DELLA COSTITUZIONE

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venerdì 10 dicembre 2010

DECISIONE IMPORTANTISSIMA - URGENTE: BOCCIATO IL CONCORSO RAI DAL CONSIGLIO DI STATO


DECISIONE IMPORTANTISSIMA - URGENTE: BOCCIATO IL CONCORSO RAI DAL CONSIGLIO DI STATO


N. 05379/2010 REG.ORD.SOSP.

N. 09197/2010 REG.RIC.           

REPUBBLICA ITALIANA

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

ORDINANZA

sul ricorso numero di registro generale 9197 del 2010, proposto da:


Giorgia Fargion, rappresentata e difesa dagli avv. Gianfrancesco Fidone e Alberto Linguiti, con domicilio eletto presso Alberto Linguiti in Roma, viale G. Mazzini 55;


contro

Rai Radiotelevisione Italiana Spa, rappresentata e difesa dall'avv. Alessandro Pace, con domicilio eletto presso Alessandro Pace in Roma, piazza delle Muse 8;

per la riforma

dell' ordinanza sospensiva del T.A.R. LAZIO - ROMA: SEZIONE III TER n. 04663/2010, resa tra le parti, concernente dell' ordinanza sospensiva del T.A.R. LAZIO - ROMA: SEZIONE III TER n. 04663/2010, resa tra le parti, concernente SELEZIONE RISERVATA AI GIORNALISTI PROFESSIONISTI DA UTILIZZARE CON CONTRATTI DI LAVORO SUBORDINATO A TEMPO DETERMINATO - MCP

Visto l'art. 62 cod. proc. amm;

Visti il ricorso in appello e i relativi allegati;

Visti tutti gli atti della causa;

Visto l'atto di costituzione in giudizio di Rai Radiotelevisione Italiana Spa;

Vista la impugnata ordinanza cautelare del Tribunale amministrativo regionale di reiezione della domanda cautelare presentata dalla parte ricorrente in primo grado;

Viste le memorie difensive;

Relatore nella camera di consiglio del giorno 23 novembre 2010 il Cons. Roberto Garofoli e uditi per le parti gli avvocati Fidone, Linguiti e Pace;

Rilevato che merita accoglimento l'appello cautelare;

considerato, sulla scorta di una delibazione propria della presente fase, che il ricorso è assistito dal necessario fumus;

osservato, invero, nel definire la questione relativa alla individuazione del giudice destinato a conoscere la controversia azionata con la contestazione degli atti adottati da RAI S.p.a. in seno alla procedura dalla stessa indetta per la selezione di giornalisti professionisti da utilizzare, in qualità di redattori ordinari, nelle redazioni giornalistiche regionali, che:

l'art. 7, C.p.a., dopo aver disposto, al comma 1, che "sono devolute alla giurisdizione amministrativa le controversie, nelle quali si faccia questione di interessi legittimi" (oltre che, nelle particolari materie indicate dalla legge, di diritti soggettivi, concernenti l'esercizio o il mancato esercizio del potere amministrativo, riguardanti provvedimenti, atti, accordi o comportamenti riconducibili anche mediatamente all'esercizio di tale potere, posti in essere da pubbliche amministrazioni), dispone, al comma 2, che "per pubbliche amministrazioni, ai fini del presente codice, si intendono" anche, da un lato, "i soggetti ad esse equiparati", dall'altro, i soggetti "comunque tenuti al rispetto dei principi del procedimento amministrativo";

quanto alla possibilità di considerare RAI S.p.a. soggetto "equiparato" alla pubblica amministrazione in senso classico, giova considerare che, come già osservato dalla Sezione (cfr., ex multis, Cons. Stato, VI, n. 1478/98; sez. VI, 2 marzo 2001, n. 1206), la veste societaria è neutra non essendo quindi di per sé incompatibile con il riconoscimento della natura di ente pubblico;

la natura pubblica, pertanto, non può essere esclusa con riguardo ad organismi i quali, pur presentando forma societaria, siano sottoposti ad una disciplina derogatoria rispetto a quella codicistica e sintomatica della strumentalità rispetto al conseguimento di finalità pubblicistiche, oltre che, ancor più significativamente, dell'attrazione in orbita pubblicistica;

quanto a RAI S.p.a., numerosi sono gli elementi che attestano tanto la strumentalità della stessa rispetto al conseguimento di finalità pubblicistiche, quanto la sua attrazione in orbita pubblicistica;

tra questi, paiono al Collegio oltre modo significative le circostanze costituite dalla prevista nomina di numerosi componenti del Consiglio di Amministrazione non già ad opera dal socio pubblico, ma dalla Commissione parlamentare di vigilanza, dalla indisponibilità dello scopo da perseguire, prefissato con atto normativo, dalla destinazione alla copertura dei costi del servizio dalla stessa gestito di un canone di abbonamento, avente natura di imposta;

la stessa Cassazione, ancorché al diverso fine di definire la questione relativa alla qualificabilità come erariale del danno cagionatole dai suoi agenti, ha di recente sostenuto che si tratti di ente sostanzialmente assimilabile ad una amministrazione pubblica (Sez. un., 22 dicembre 2009, n. 27092);

a tale esito le Sezioni unite sono pervenute valorizzando una pluralità di indici sintomatici dell'attrazione in orbita pubblicistica di RAI S.p.a., tra cui la sua designazione direttamente ad opera della legge quale concessionaria dell'essenziale servizio pubblico radiotelevisivo, svolto nell'interesse generale della collettività nazionale per assicurare il pluralismo, la democraticità e l'imparzialità dell'informazione; la sua sottoposizione a penetranti poteri di vigilanza da parte di un'apposita commissione parlamentare, espressione dello Stato- comunità; la destinazione alla copertura dei costi del servizio dalla stessa gestito, di un canone di abbonamento, avente natura di imposta e gravante su tutti i detentori di apparecchi di ricezione di trasmissioni radiofoniche e televisive, che è riscosso e le viene versato dall'Agenzia delle Entrate; la sua sottoposizione al controllo della Corte dei Conti;

peraltro, anche a voler prescindere dal tema della qualificabilità di RAI S.p.a. quale ente pubblico, la giurisdizione del giudice amministrativo sulla controversia portata al vaglio del Collegio va ritenuta in applicazione dell'inciso finale del citato art. 7, comma 2, C.p.a., secondo cui "per pubbliche amministrazioni, ai fini del presente codice, si intendono", in uno ai "soggetti ad esse equiparati", anche i soggetti "comunque tenuti al rispetto dei principi del procedimento amministrativo";

il doveroso assoggettamento di RAI S.p.a. ai principi del procedimento amministrativo in sede di reclutamento del personale e conferimento degli incarichi è desumibile dall'art. 18, co. 2, d.l. 25 giugno 2008, n. 112, laddove impone alle società a partecipazione pubblica totale o di controllo l'adozione di criteri e modalità nel rispetto dei principi, anche di derivazione comunitaria, di trasparenza, pubblicità e imparzialità;

ritenuto, quanto, al merito della vicenda contenziosa, che non appare priva di fondatezza la dedotta irragionevolezza del limite di tipo territoriale frapposto alla partecipazione alla procedura selettiva;

si tratta di limite confliggente con il principio eguaglianza, in assenza di una ragionevole giustificazione, allo stato non rilevabile nel caso di specie;

considerato che è certo meritevole di apprezzamento il periculum prospettato dalla ricorrente;

P.Q.M.

Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Sesta), definitivamente pronunciando sull'appello, come in epigrafe proposto, lo accoglie e, per l'effetto, in riforma dell'ordinanza impugnata, accoglie l'istanza cautelare in primo grado ai fini della partecipazione della ricorrente alla procedura selettiva.

Ordina che a cura della segreteria la presente ordinanza sia trasmessa al Tar per la sollecita fissazione dell'udienza di merito ai sensi dell'art. 55, comma 10, cod. proc. amm.

Spese compensate.

La presente ordinanza sarà eseguita dall'Amministrazione ed è depositata presso la segreteria della Sezione che provvederà a darne comunicazione alle parti.

Così deciso in Roma nella camera di consiglio del giorno 23 novembre 2010 con l'intervento dei magistrati:

Giuseppe Severini, Presidente

Rosanna De Nictolis, Consigliere

Roberto Garofoli, Consigliere, Estensore

Roberta Vigotti, Consigliere

Bernhard Lageder, Consigliere

 

 

L'ESTENSORE
IL PRESIDENTE
 

 

 



DEPOSITATA IN SEGRETERIA

Il 24/11/2010

IL SEGRETARIO

(Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)


Il Consiglio di Stato giudica "discriminatoria" la selezione per sedi di residenza

Giornalisti: la Rai dovrà rifare il bando

http://www.giornalisticalabria.it/2010/11/29/giornalisti-la-rai-dovra-rifare-il-bando/

ROMA – Il Codacons, assieme all'Associazione Utenti Radiotelevisivi, lo scorso settembre aveva avanzato una proposta di modifica al bando di concorso Rai per l'assunzione di giornalisti nelle sedi locali in carenza di organico, chiedendo all'azienda di eliminare il requisito sulla residenza dei candidati, inequivocabilmente discriminatorio.
Nello specifico, il concorso prevedeva che potessero concorrere solo i giornalisti residenti nelle regioni in cui sorgono le sedi locali stesse.
A distanza di circa due mesi dalla diffida del Codacons, è arrivato l'intervento del Consiglio di Stato, sezione VI, che ha sancito al riguardo: "Va ammesso con riserva alle prove il candidato ad una selezione per giornalisti Rai, anche se non residente nella Regione per la cui sede regionale ha presentato domanda (limite imposto dal bando). La giurisdizione in materia appartiene alla magistratura amministrativa ex art. 7, co.2 C.p.a. […]. Rai S.p.a. – si legge, ancora, – è soggetto "equiparato" alla pubblica amministrazione perché la veste societaria è neutra, per la strumentalità rispetto al conseguimento di finalità pubblicistiche e per la prevista nomina di numerosi componenti del Consiglio di Amministrazione non già ad opera dal socio pubblico, ma dalla Commissione parlamentare di vigilanza.
Il Consiglio di Stato ha stabilito perciò che "è, quindi, doveroso l'assoggettamento di Rai S.p.a. ai principi del procedimento amministrativo in sede di reclutamento del personale e conferimento degli incarichi, in connessione con l'art. 18, co. 2, d.l. 112/2008, che impone alle società a partecipazione pubblica totale o di controllo l'adozione di criteri e modalità nel rispetto dei principi, anche di derivazione comunitaria, di trasparenza, pubblicità e imparzialità.
"Siamo soddisfatti - ha commentato il presidente Codacons, Carlo Rienzi - però vorremmo che i bandi pubblici rispondessero ai requisiti di imparzialità e trasparenza senza bisogno dell'intervento del Consiglio di Stato".



29/11/2010

RAI: CODACONS, ACCOLTO RICORSO SU BANDO CONCORSO PER GIORNALISTI



(AGI) - Roma, 29 nov. - La Rai deve ammettere al concorso anche i giornalisti non residenti nelle regioni in carenza di organico. Lo dice il Consiglio di Stato, intervenuto su un ricorso proposto dal Codacons. L'associazione parla di accoglimento da parte della magistratura amministrativa di secondo grado della tesi dell'associazione di tutela dei consumatori che prevedeva una proposta di modifica al bando di concorso Rai per l'assunzione di giornalisti nelle sedi locali in carenza di organico, chiedendo all'azienda di eliminare il requisito sulla residenza dei candidati, requisito che il codacons riteneva "inequivocabilmente discriminatorio". La proposta, avanzata insieme all'Associazione Utenti Radiotelevisivi, risale allo scorso settembre. Nello specifico, il concorso prevedeva che potessero concorrere solo i giornalisti residenti nelle regioni in cui sorgono le sedi locali stesse. A distanza di circa due mesi dalla diffida del Codacons, ecco arrivare l'intervento del Consiglio di Stato, sezione VI, che ha sancito al riguardo: "Va ammesso con riserva alle prove il candidato ad una selezione per giornalisti Rai, anche se non residente nella Regione per la cui sede regionale ha presentato domanda (limite imposto dal bando). La giurisdizione in materia appartiene alla magistratura amministrativa ex art. 7, co.2 C.p.a. (..). Rai S.p.a. ? si legge ancora - e' soggetto "equiparato" alla pubblica amministrazione perche' la veste societaria e' neutra, per la strumentalita' rispetto al conseguimento di finalita' pubblicistiche e per la prevista nomina di numerosi componenti del Consiglio di amministrazione non gia' ad opera dal socio pubblico, ma dalla Commissione parlamentare di vigilanza". Il CdS ha stabilito percio' che "e' quindi doveroso l'assoggettamento di Rai S.p.a. ai principi del procedimento amministrativo in sede di reclutamento del personale e conferimento degli incarichi, in connessione con l'art. 18, co. 2, d.l. 112/2008, che impone alle societa' a partecipazione pubblica totale o di controllo l'adozione di criteri e modalita' nel rispetto dei principi, anche di derivazione comunitaria, di trasparenza, pubblicita' e imparzialita'". "Siamo soddisfatti, pero' vorremmo che i bandi pubblici rispondessero ai requisiti di imparzialita' e trasparenza senza bisogno dell'intervento del Consiglio di Stato", ha commentato Carlo Rienzi, presidente del Codacons. (AGI) Vic

 

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BOCCIATO IL CONCORSO RAI DAL CONSIGLIO DI STATO

pubblicata da Giornalisti precari della Campania il giorno martedì 30 novembre 2010 alle ore 11.17

Usigrai: Consiglio Stato boccia selezione giornalisti "Non si torni alla chiamata diretta"

 

Roma, 30 nov. (Apcom) - L'esecutivo nazionale Usigrai, sindacato dei giornalisti della Rai, rende noto che "un'ordinanza del Consiglio di Stato, ribaltando il precedente verdetto del Tar, rischia di costituire un colpo di freno alle selezioni per giornalisti in Rai". L'azienda sta valutando il da farsi, dopo che il bando è stato ritenuto dalla seconda istanza amministrativa viziato di irragionevolezza per il "limite di tipo territoriale frapposto alla procedura selettiva".

Il riferimento è ad un bando di selezione per giornalisti, contestato da più parti perché la Rai aveva escluso i residenti nel Lazio. "Ben venga - si legge nel comunicato sindacale - chiedere alla Rai, come aveva già fatto l'Usigrai insieme all'Associazione romana della stampa, la rimozione di limiti, ma andrà al più presto trovata una soluzione che garantisca comunque accessi trasparenti e con selezione. Non può essere l'occasione per tornare alla chiamata diretta. Su questo l'Usigrai non arretra, denunceremo qualunque tentativo in tal senso, se necessario anche in sede giudiziale".

Apc-Rai/ Usigrai: Consiglio Stato boccia selezione giornalisti -2- "Azienda operatore di mercato ma trattata come ministero"

Roma, 30 nov. (Apcom) - "In ogni caso - sottolinea l'Usigrai - il servizio pubblico dia una risposta tempestiva per ripartire, anche come segno di rispetto per i circa 1500 giornalisti professionisti, che hanno presentato domanda nonché per le redazioni regionali, che stanno lavorando con buchi in organico".

"Se è ben accetta - prosegue la nota del sindacato dei giornalisti della tv pubblica - l'imposizione alla Rai di ampliare di fatto il numero dei colleghi ammessi a partecipare, l'intervento del Consiglio di Stato ripropone drammaticamente la questione della natura giuridica di un soggetto, costretto ad operare in concorrenza su un mercato multipiattaforma, ma come scrivono i giudici, tenuto al rispetto dei principi del procedimento amministrativo. Insomma Rai come un ministero".

"Sa di beffa poi - conclude l'Esecutivo dell'Usigrai - che l'azienda e i suoi dipendenti corrano i rischi propri del soggetto privato e tra questi di attualità è il progetto-minaccia di esternalizzazione di alcuni asset contro cui sciopereremo insieme ai sindacati dei lavoratori il prossimo 10 dicembre. La contraddizione è forte e se ne deve uscire al più presto".

Red/Bar

AI: PER IL CONSIGLIO DI STATO LA RAI DEVE AMMETTERE AL CONCORSO ANCHE I GIORNALISTI NON RESIDENTI NELLE REGIONI IN CARENZA DI ORGANICO

29.11.10 - 18:50 | Codacons

Invia ad un amico http://www.sourcews.it/img/email.gif

... ACCOLTA IN PIENO LA TESI DEL CODACONS CHE AVEVA DIFFIDATO LA RAI A MODIFICARE IL BANDO DI CONCORSO Il Codacons, assieme all' Associazione Utenti Radiotelevisivi, lo scorso settembre aveva avanzato una proposta di modifica al bando di concorso Rai per l'assunzione di giornalisti nelle sedi locali in carenza di organico, chiedendo all'azienda di eliminare il requisito sulla residenza dei candidati, inequivocabilmente discriminatorio. Nello specifico, il concorso prevedeva che potessero concorrere solo i giornalisti residenti nelle ...

 

 

Risposte a "IL CONSIGLIO DI STATO STOPPA CONCORSO PER GIORNALISTI. LA REAZIONE DELL'USIGRAI"

  1. Alberto Dice:
    4 dicembre 2010 alle 21:41

Se il precario vuole lavorare, va dove il lavoro c'è: quanti sardi e calabresi lavorano in Lombardia, Piemonte o Veneto? Perché un bravo giornalista laziale disposto a muoversi non deve concorrere per un posto di lavoro in Val d'Aosta o in Puglia: per non togliere il posto al raccomandato valdostano o pugliese? Perché per fare un'assunzione con contratto a tempo indeterminato si deve consultare la caballah dei precari custodita dall'oracolo dell'Usigrai: fascia A fascia B fascia C1, C2, Interregionale e Promozione? Perché un bravo giornalista assunto a tempo indeterminato a Torino non deve poter chiedere il trasferimento a Saxa Rubra appena si libera un posto: per non togliere il posto a un precario romano del Tg1 in fascia AA+? Perché a difendere la selezione del personale Rai si muove un sindacato, anziché il capo del personale della Rai?

 

 




Lettera 22: bocciata la selezione Rai, ora cambio di registro




 

Comunicati

Martedì 30 Novembre 2010 19:46

"E' arrivato il momento di cambiare registro nelle assunzioni di giornalisti in Rai, dopo che il Consiglio di Stato ha bloccato la procedura selettiva indetta per colleghi di tutte le regioni, con esclusione del Lazio. Un evidente "limite territoriale" sui quali Usigrai e Fnsi avevano avuto poco da eccepire. Il problema dell'accesso dei giornalisti alla Rai resta però intatto. E sembra impossibile rompere la continua rete di trattative borderline tra Azienda e Sindacato unico dei giornalisti che gestisce a suo piacimento l'enorme bacino dei precari Rai, esploso tra il '96 e il 2001, quando il Cda nominato dal governo di centrosinistra pose le basi per l'assurdo fenomeno del precariato "senza fine".

Il Sindacato unico dei giornalisti gestisce a suo piacimento il ritorno clientelare di questa situazione, dannosissima per la qualità del servizio pubblico. E' invece urgente procedere a un progetto per il rapido e razionale riassorbimento dei precari per poi indire un vero concorso rigoroso. Senza dimenticare che andrebbero utilizzati pienamente e al meglio i 1.800 giornalisti che sono già in forza all'azienda pubblica. Dispiace per tutti quei colleghi che vantano la giusta aspirazione di essere presi in esame dalla Rai, un moloch che resta inaccessibile per tanti, almeno fin quando la categoria non avrà una rappresentanza forte, decisa e trasparente".

Lo afferma una nota dell'Associazione "Lettera 22, giornalisti per la Libertà".  


RAI: LETTERA22, URGENTE PROGETTO RAZIONALE RIASSORBIMENTO PRECARI

(AGI) - Roma, 30 nov. - "E' arrivato il momento di cambiare registro nelle assunzioni di giornalisti in Rai, dopo che il Consiglio di Stato ha bloccato la procedura selettiva indetta per colleghi di tutte le regioni, con esclusione del Lazio. Un evidente 'limite territoriale' sui quali Usigrai e Fnsi avevano avuto poco da eccepire. Il problema dell'accesso dei giornalisti alla Rai resta pero' intatto. E sembra impossibile rompere la continua rete di trattative borderline tra azienda e sindacato unico dei giornalisti che gestisce a suo piacimento l'enorme bacino dei precari Rai, esploso tra il '96 e il 2001, quando il Cda nominato dal governo di centrosinistra pose le basi per l'assurdo fenomeno del precariato 'senza fine'". Lo afferma una nota dell'associazione 'Lettera 22, giornalisti per la Liberta''. Nella nota si aggiunge che "il sindacato unico dei giornalisti gestisce a suo piacimento il ritorno clientelare di questa situazione, dannosissima per la qualita' del servizio pubblico. E' invece urgente procedere a un progetto per il rapido e razionale riassorbimento dei precari per poi indire un vero concorso rigoroso. Senza dimenticare che andrebbero utilizzati pienamente e al meglio i 1.800 giornalisti che sono gia' in forza all'azienda pubblica. Dispiace per tutti quei colleghi che vantano la giusta aspirazione di essere presi in esame dalla Rai, un 'Moloch' che resta inaccessibile per tanti, almeno fin quando la categoria non avra' una rappresentanza forte, decisa e trasparente".

 


SPE - Rai, Lettera 22: bocciata la selezione, ora cambio di registro

 

Roma, 30 nov (Il Velino) -

"È arrivato il momento di cambiare registro nelle assunzioni di giornalisti in Rai, dopo che il Consiglio di Stato ha bloccato la procedura selettiva indetta per colleghi di tutte l... Continua

 

(com/dbr) 30 nov 2010 20:18







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