Giornalista bandita da ufficio comunale, non può accedere agli atti pubblici
"Da oggi lei non può più consultare il brogliaccio delle determine, né visionarle". Con questa frase perentoria i dipendenti dell'ufficio determine del comune di Polignano a Mare hanno impedito - loro malgrado - alla giornalista che si occupa della cronaca locale per il nostro giornale, di accedere agli atti pubblici. Loro malgrado, poiché hanno ricevuto una nota ufficiale firmata dalla dirigente, la segretaria generale Caterina Di Turi. Stando ai ben informati a sua volta avrebbe ricevuto numerose tiratine di orecchi da alcuni rappresentati della maggioranza. "Questa giornalista stanzia troppo nelle stanze comunali!", avrebbe detto un consigliere di maggioranza - non ne conosciamo l'identità - che avrebbe poi fatto pressioni sulla Di Turi per bandirla.
Ma andiamo per gradi e ricostruiamo la vicenda che ci ha portato a questo pasticcio. Per amor di cronaca ricordiamo che dal primo giorno in quella stanza la giornalista è stata accompagnata proprio dalla dottoressa Di Turi, alla quale si era rivolta per conoscere modalità e regole da seguire nella consultazione degli atti pubblici. In quella occasione la stessa Di Turi rivolgendosi ai dipendenti diceva queste parole: "I giornalisti hanno libertà di accesso agli atti pubblici che possono essere consultati ed eventualmente fotocopiati". Nel primo mese di lavoro tutto è andato bene, poi quando sono stati pubblicati dal nostro giornale alcuni articoli fastidiosi (inchiesta sui concorsi pubblici, servizi postali privatizzati, sopraelevazioni ecc…), la segretaria generale è stata richiamata la prima volta. Il richiamo si è tradotto in un primo limite di operatività della giornalista: "Lei adesso non può più fotocopiare le determine, forse mi sono spiegata male quando ci siamo viste la prima volta. Può semplicemente visionare il brogliaccio e consultare le determine, per la fotocopia deve fare la richiesta scritta come fanno i consiglieri e attendere 30 giorni".
La consultazione del brogliaccio per la giornalista è necessario, attraverso questo libro si può recuperare velocemente il numero delle determine adottate dalla Giunta anche negli anni passati. Dunque scoprire come l'Amministrazione spende i soldi dei cittadini e non solo. Stando a queste nuove decisioni della segretaria, comunicate anche ai dipendenti dell'ufficio, la giornalista si è adeguata. Così da quel momento in poi ha continuato a fare il suo lavoro consultando le delibere e il brogliaccio, prendendo appunti senza fare alcuna fotocopia, dunque rispettando la procedura che le era stata pubblicamente indicata. Logicamente dove doveva o poteva stanziare la giornalista se non nella stanza in questione, considerando che gli atti non possono essere portati fuori da quell'ufficio? Anche questa circostanza – pur legittimata inizialmente dalla segretaria – le è stata negata, con la conseguenza inevitabile di non poter più accedere agli atti pubblici. Per la seconda volta, infatti, la Di Turi ha ricevuto un richiamo politico - a nostro parere fuori luogo - che si è tradotto in un secondo limite all'attività della giornalista. "D'ora in poi lei - ha detto la segretaria - non può stanziare nell'ufficio delle determine, può guardare solo gli atti affissi all'albo pretorio". Siamo arrivati al dunque.
A questo punto permetteteci una riflessione. Possiamo giustificare la posizione della segretaria generale e soprattutto quella dei dipendenti coinvolti, non era nostra intenzione mettere in difficoltà nessuno e se in qualche maniera abbiamo arrecato dei problemi ce ne scusiamo. Non può, però, passare sotto silenzio l'atteggiamento subdolo di alcuni amministratori che pur di fare ostruzione alla stampa, abusano del loro potere per intimorire i dipendenti comunali, magari mettendoli in cattiva luce con i dirigenti.
Dobbiamo credere, invece, che la presenza assidua e costante della giornalista tra i corridoi del Palazzo comunale sia stata considerata scomoda, anziché essere una garanzia di trasparenza per i cittadini. Dobbiamo pensare che siccome il cane da guardia delle istituzioni non si può ammansire lo si deve ostacolare.
A questo punto è legittimo chiedersi se ci siano delle cose che non si possono-devono sapere. La curiosità che è sintomo di intelligenza (conoscenza), spinge ulteriormente la stampa a capire e ad aiutare i cittadini a comprendere cosa sta accadendo a Palazzo. Insomma non ci fermeremo qui.
Maria Sportelli
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